Milano 24 Luglio – Fame uguale aggressività. Non sempre, ma spesso. Chi non ha mai provato un po’ di nervosismo a stomaco vuoto? La spiegazione della cosiddetta ‘hangry’ (ironica unione delle parole inglesi ‘hungry’ affamato, e ‘angry’ arrabbiato) “risiede in alcuni dei processi che avvengono all’interno del nostro corpo quando si ha bisogno di cibo”. A spiegarlo è Amanda Salis, Senior Research Fellow al Boden Institute of Obesity, Nutrition, Exercise & Eating Disorders della University of Sydney, in un articolo ripreso su IflScience.com.
“I carboidrati, le proteine, i grassi e ogni nutriente che mangiamo – ricorda la ricercatrice – vengono digeriti in zuccheri semplici (come il glucosio), aminoacidi e acidi grassi. Passano poi nel flusso sanguigno, da dove vengono distribuiti a organi e tessuti e utilizzati per produrre energia. Con il passare del tempo dopo l’ultimo pasto, la quantità di questi nutrienti che circolano nel sangue inizia a ridursi. Se i livelli di glucosio nel sangue si riducono troppo, il cervello percepisce questa come una situazione di pericolo di vita”.
“A differenza di molti altri organi e tessuti, che possono utilizzare una varietà di sostanze nutritive per mantenersi in funzionamento – dice Salis – il cervello è strettamente dipendente dal glucosio per svolgere il suo lavoro. E si nota: cose semplici possono diventare difficili da fare quando si ha fame, si fanno errori stupidi, i movimenti sono lenti e anche le parole possono diventare confuse. E, appunto, è difficile anche sopportare gli altri ed essere socialmente corretti”.
Ad amplificare “l’effetto ‘hangry’ c’è anche la produzione di adrenalina, che avviene quando i livelli di glucosio nel sangue scendono sotto una certa soglia, per cui il cervello invia istruzioni ai vari organi per sintetizzare e rilasciare ormoni che aumentano la quantità di glucosio nel sangue. E siccome l’adrenalina è uno dei principali ormoni rilasciati nel flusso sanguigno come risposta a una minaccia, che porta ad aggressività, questo può accadere anche quando si ha fame”, conclude. (Adnkronos)
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