Milano 2 Settembre – Quali sono i profili più richiesti dalle aziende in tempo di crisi? Economisti e ingegneri elettronici restano i più richiesti dalle imprese per le assunzioni in questo ultimo scorcio di 2014. Oltre a ciò, aver già maturato un’esperienza lavorativa resta, oltre al titolo di studio, comunque un plus importante.
Ciò è quanto emerge dalle ultime statistiche pubblicate da Unioncamere e Ministero del Lavoro.
Spazio ai diplomati, (16.600 in più del 2013, per un totale di 255mila unità, ossia il 41,6% del totale). Le assunzioni di candidati con qualifica o diploma professionale raggiungeranno quota 89mila, con un incremento di 20.200 unità rispetto al 2013, e corrisponderanno al 14,5% delle assunzioni totali di lavoratori dipendenti, contro il 12,2% dell’anno scorso.
In crescita anche le assunzioni di laureati (+2.500 rispetto al 2013, per un totale di 66.600), pari al 10,9% di tutte quelle previste.
Al vertice della classifica delle competenze maggiormente ricercate, dicevano all’inizio, gli economisti, con 18.800 assunzioni (stagionali e non), seguiti dagli ingegneri elettronici e dell’informazione a quota 8.400. Circa gli ingegneri, sommando altri indirizzi (industriale, civile, ambientale, ecc. ) si arriva a quota 18.400.
Seguono i laureati nelle materie dell’insegnamento e della formazione con 5.200 assunzioni previste entro fine anno, e quelli con indirizzo sanitario paramedico. Per quanto riguarda i diplomi, al primo posto l’indirizzo amministrativo-commerciale, con 48.300 posti, seguito dal turistico-alberghiero, 41.400, e dal meccanico, 20.200.
In pratica, oltre la metà dei nuovi lavoratori saranno laureati o diplomati, ma il dato interessante è dato dalle esperienze lavorative pregresse, che riguarda il 57% delle posizioni. Soprattutto per le ricerche di laureati, 65,6%, contro il 62,9% dello scorso anno. Per diplomati e lavoratori in possesso di qualifiche professionali, oltre il 60% dei posti è riservato a candidati con un curriculum che non si fermi al titolo di studio. Non solo: l’importanza della formazione sul campo è testimoniata anche dal fatto che nel 77,6% dei casi le aziende, quando assumono un laureato, prevedano una formazione aggiuntiva attraverso corsi interni o esterni all’azienda o l’affiancamento con personale esperto. Per i diplomati invece questa percentuale scende al 64,3%, e per le qualifiche professionali al 45,3%. Numeri nel complesso che sono lo specchio del momento di crisi: ci sono molte risorse umane assai qualificate alla ricerca di un impiego.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.